Vi ricordate il grande Football Club Lugano di Otto Luttrop e Mario Prosperi? Vinse la Coppa Svizzera il 15 aprile 1968 al vecchio Wankdorf di Berna contro il Winterthur. Il calcio ticinese era allora rappresentato ai massimi livelli: poteva competere con le grandi squadre svizzere e partecipare alle coppe europee. Una seconda grande stagione ci fu negli anni Novanta, con la conquista della Coppa Svizzera – la terza della storia – nel 1993 (4 a 1 contro il Grasshopper). Poi il declino, fino al fallimento del 2003, la difficile rinascita e le delusioni di questi ultimi anni. Senza andare nel passato più lontano, il Ticino ha avuto un’altra squadra di valore, il Bellinzona di Paulo Cesar e Kubilay Türkyilmaz negli anni Ottanta. L’anno scorso, dopo alterne vicende, anche il Bellinzona ha conosciuto l’onta del fallimento. Oggi il calcio ticinese non riesce più ad esprimere qualità e non appassiona più. La Super League è irraggiungibile, in Challenge League sopravvivono Lugano, Chiasso e Locarno, tra difficoltà, speranze, delusioni, stadi vuoti. In questo panorama il presidente del Football Club Locarno Stefano Gilardi aveva lanciato l’idea di fare tabula rasa del presente e di ciò che rimane del passato, con la fondazione del Football Club Ticino. Pochi sostegni, molte critiche, tanta diffidenza. Venerdì 4 aprile il Comitato esecutivo dell’Associazione svizzera di football ha bocciato la richiesta del club locarnese di poter adottare il nome FC Ticino. Giuridicamente non è ammissibile che una squadra si appropri del nome del cantone in presenza di altre squadre. Il progetto è così caduto. Non se ne farà niente. Lugano, Chiasso e Locarno continueranno a giocare in Challenge League, sempre che tutte e tre le squadre si salvino, mentre il Bellinzona dovrà risalire a poco a poco la china dopo il fallimento. E così, il Ticino che riesce a far vivere due grandi squadre di disco su ghiaccio nel massimo campionato, annaspa e perde sui campi di calcio. Il glorioso passato resta un ricordo. E un sogno per un futuro tutto da inventare. Nel calcio ticinese l’unione non fa la forza? Probabilmente è così. Il Ticino politico ha lanciato alla fine degli anni Novanta un ambizioso progetto di aggregazione dei Comuni; ha fatto molta strada e quest’anno ha rilanciato per unire ancor più gli enti locali. Nella maggior parte dei casi la popolazione ha aderito, a volte con entusiasmo. Nel calcio invece l’idea aggregativa non passa. Quando in campo scendono soprattutto le passioni, prevalgono i campanilismi. Che sono legittimi, perché esprimono un forte attaccamento alla realtà locale, al passato, alla propria identità. Ma non portano risorse sufficienti. E oggi, senza risorse, non si va da nessuna parte. Quo vadis calcio ticinese?

MM / 28 aprile 2014

Articolo apparso sulla NZZaS il 4 maggio 2014 con il titolo “FC Ticino bleibt ein Traum”

Pubblicato il: 09/05/2014