Il 19 aprile gli elettori del Ticino rinnoveranno il Governo e il Parlamento. Le liste elettorali saranno presentate domani ufficialmente. La campagna è però già entrata nel vivo. Si chiuderà fra poco una legislatura movimentata, con forti contrasti fra i quattro partiti di governo (Lega dei Ticinesi, Partito liberale radicale, Partito popolare democratico, Partito socialista) e anche fra i cinque ministri attualmente in carica. I problemi finanziari del Cantone (il deficit del 2014 dovrebbe essere di 200 milioni di franchi), la situazione del mercato del lavoro, il forte aumento del numero dei frontalieri dividono politicamente e rendono difficile concordare strategie e provvedimenti per risolvere i problemi. È così tornata alla ribalta la questione del sistema elettorale: alcuni esponenti politici hanno detto che un cambiamento sarebbe auspicabile. Dopo che Zugo ha adottato il maggioritario per le ultime elezioni cantonali, il Ticino è rimasto l’unico Cantone ad eleggere il Consiglio di Stato con il sistema proporzionale. Nel corso degli anni questo sistema ha subito alcune modifiche, ma l’impianto proporzionalistico non è mai stato messo in discussione. Oggi i cinque seggi dell’Esecutivo vengono attribuiti in base al metodo Hagenbach-Bischoff (applicato ad esempio anche per l’elezione del Consiglio nazionale). Fino alla fine degli anni Ottanta il Ticino applicava il metodo D’Hondt: poi il PPD, dopo aver perso nel 1987 uno dei suoi due seggi in Governo, lanciò un’iniziativa popolare per passare appunto al metodo Hagenbach-Bischoff, approvato in votazione popolare con una modifica della Costituzione cantonale. Nel 1991 il PPD recuperò, grazie a questo cambiamento, il secondo seggio in Governo, che tuttavia perse quattro anni dopo, nelle elezioni del 1995, senza più riuscire a recuperarlo. Il Governo ticinese ha oggi cinque esponenti di quattro partiti diversi eletti con la proporzionale. La forza dei partiti governativi è questa: Lega 25,9%, PLR 22,0%, PPD 17,4%, PS 14,3% (seguono i Verdi con il 5%; l’UDC non aveva presentato una lista per il Governo e aveva sostenuto la Lega). Le schede senza intestazione di partito avevano raggiunto nelle ultime elezioni il 13,6% del totale. Una decina di anni fa uno speciale gruppo di lavoro, istituito dal Governo, aveva elaborato due ipotesi di sistema maggioritario (la prima molto simile al maggioritario in vigore in altri Cantoni, la seconda molto simile al maggioritario in vigore nelle Regioni italiane): il rapporto non ebbe seguito alcuno. Ora c’è chi rilancia l’idea. Lo ha fatto anche il presidente cantonale del PPD, un partito che ha sempre difeso la proporzionale. Molto dipenderà dai risultati delle prossime elezioni e da come il nuovo Esecutivo riuscirà a governare in un quadriennio che si prospetta molto molto problematico. Sarà l’ultima spiaggia per il sistema proporzionale ticinese?

Marina Masoni
Articolo apparso sulla NZZ am Sonntag l’8 febbraio 2015, con il titolo “Angezählter Proporz”

Pubblicato il: 16/02/2015