Le finanze cantonali sono sulla strada del risanamento: il Consuntivo 2006 ha chiuso meglio di quanto preventivato e registra un disavanzo d’esercizio di 130 milioni di franchi, ben 100 in meno rispetto a quello del 2005 (calcolato senza l’incidenza dell’incasso eccezionale legato all’oro BNS). Il miglioramento della tendenza è netto: dal 2001 al 2004 vi era stata una vera e propria esplosione della spesa pubblica, ciò che aveva causato l’emergenza finanziaria. Il disavanzo d’esercizio ha toccato il fondo nel 2004 (con quasi 300 milioni di franchi). Da allora, grazie al contenimento delle uscite e all’andamento molto positivo dei gettiti fiscali, il disavanzo, in soli due anni, è stato più che dimezzato.

Il gettito fiscale complessivo delle imposte cantonali è pari a 1’384 milioni di franchi, 36 in più rispetto al 2005 (pari ad un aumento del 2,7%), sebbene i supplementi d’imposta applicati alle persone giuridiche (utili aziendali e imposta immobiliare) siano dimezzati rispetto a quelli prelevati nel 2005.
Il confronto sui dati di competenza delle persone giuridiche negli ultimi tre anni, l’andamento economico e in particolare la progressione degli utili nel ramo bancario indicano anzi che vi sono ancora ampi margini di rivalutazione dei gettiti del 2005 e 2006 rispetto a quanto contabilizzato.

Il 2006 conferma pertanto il buon andamento dell’economia e soprattutto indica che la base economica cantonale si è considerevolmente rafforzata. Le casse del Cantone non solo non sono state svuotate dalla politica di sgravi fiscali realizzata a partire dal 1996, ma al contrario beneficiano del recupero di competitività del Ticino.

Le stime economiche aggiornate pubblicate dal BAK di Basilea confermano che l’economia ticinese è cresciuta più di quanto era stato fin qui calcolato. Dopo la recessione/stagnazione del triennio 2001-2003, il PIL cantonale è aumentato in termini reali del 2,6% nel 2004, 2,4% nel 2005 e 2,9% l’anno scorso. Per il 2007 la nuova stima indica una crescita reale del 2%. Quattro anni quindi di crescita più che discreta, che ora portano ad un chiaro miglioramento anche sul fronte della disoccupazione.

Positivo è stato l’andamento delle uscite correnti del Cantone. Nel 2006 l’aumento è stato limitato a 18 milioni di franchi (+0,7%) rispetto all’anno precedente. Si tratta dell’aumento più contenuto degli ultimi sei anni. Se questo contenimento fosse stato attuato anche fra il 2001 e il 2004 (quando le uscite erano invece aumentate di 105 milioni di franchi in media ogni anno), il Cantone non sarebbe entrato in emergenza finanziaria e oggi i conti sarebbero equilibrati.
Se le tendenze dei prossimi anni confermeranno quelle degli ultimi due, il risanamento delle finanze cantonali sarà comunque compiuto entro la fine di questa nuova legislatura. È un’indicazione positiva per i cittadini e per l’economia, poiché conferma che i conti possono tornare in equilibrio senza misure drastiche di risparmio e senza aumenti di imposte. Essenziale è il controllo anno per anno, mese per mese, della spesa pubblica. A questo riguardo appare uno strumento più che mai necessario la legge sul freno alla spesa pubblica. Approvata dal Consiglio di Stato nel settembre 2003, sarà una delle riforme più importanti all’esame del nuovo Gran Consiglio.

Ci sono quindi le premesse per dare al Ticino nuovi impulsi e nuove opportunità, nel contesto di un’Europa delle regioni in cui la concorrenza fra sistemi-paese si fa sempre più serrata.

Marina Masoni
Aprile 2007

Pubblicato il: 10/04/2007