Avvocato, già Consigliera di Stato del Canton Ticino, presidente di Ticinomoda, donna e mamma. Il profilo perfetto, quello di Marina Masoni, per affrontare con noi il tema della moda in Ticino.

 

testo Antonella Broggi – antonella@illustrazione.ch
foto Gabriele Campeggio

Diciannove anni fa era sulla copertina di IT con il piccolo Giacomo fra le braccia. Come sono trascorsi questi anni?
Sorride (ndr) Oh, è cambiato tutto! Nel frattempo il bebè è diventato un giovanotto che presto andrà a militare. In questi anni è cambiato tutto il mondo. Il mio e quello attorno. Sono cambiati il nostro Paese, l’economia, il costume. Alcune cose in meglio, ma non tutte.

Cosa si sente di dire alle donne che lavorano e che sono anche mogli e madri?
È molto impegnativo, perché alle donne si chiede un po’ tutto. Il lavoro di mamma è un’occupazione a tempo pieno, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno. Conciliare bimbi, famiglia, casa con un altro lavoro è davvero difficile. Chi ha la fortuna di avere un compagno che collabora ha più chances, e chi ha la fortuna di lavorare in un’azienda che concede una certa flessibilità pure. Comunque, chi lavora e ha famiglia deve riuscire a combinare moltissime cose.

Oggi le ragazze spesso seguono percorsi formativi molto specializzati, ed è quindi logico che poi trovino occupazioni anche molto interessanti. Far combaciare questa realtà con la maternità è difficile e a volte implica delle rinunce anche importanti.
Sì, è un tema questo molto delicato. L’universo femminile rappresenta un grandissimo capitale umano e dal mondo della formazione escono grandi talenti che poi, dopo la maternità, rischiano di perdere il contatto con il mondo del lavoro. Oggi come mai, reinserirsi dopo una pausa non è facile. Occuparsi dei bambini è meraviglioso e per molte di noi rappresenta un’attrazione innata, istintiva e forte. L’esperienza della maternità tende a essere totalizzante, ma non bisogna dimenticare che il periodo in cui il bambino ha bisogno della costante presenza della mamma è relativamente breve, rispetto all’arco di un’intera vita. I figli crescono e vengono inseriti nel mondo scolastico e presto cercano la loro autonomia. Si tratta di scelte personali ma, se possibile, durante la maternità è utile riuscire a non uscire del tutto dal mondo del lavoro, in modo da poter riprendere con meno difficoltà quando i bimbi saranno grandi. Con la formazione si potrebbe fare di più in questo senso, per esempio offrendo corsi di aggiornamento e di riqualifica per agevolare il rientro delle donne nel mondo del lavoro, ma è molto difficile arrivare a coprire tutti i profili professionali.

Va detto comunque e sottolineato che moltissime donne riescono ad abbinare famiglia e vita professionale, e ci riescono anche molto bene!

Lei è presidente di Ticinomoda. Cosa significa per lei la moda?
Prima di tutto ricerca del bello, creatività e libertà. E di questo mondo mi ha sempre attratta la combinazione del lato glamour con la fatica. Come per la danza, lo spettacolo, il teatro, c’è una parte che appare, spesso bellissima e di forte impatto, e un lavoro enorme che invece non si vede e che non necessariamente porterà ai risultati sperati. Quando però il successo viene raggiunto, lascia il segno e rimane. Un aspetto che trovo estremamente affascinante.

C’è chi considera la moda un aspetto frivolo, poco serio, poco importante…
La moda è fatta per passare di moda, per essere superata. Però è l’approccio cha fa la differenza: si può desiderare un capo di tendenza da cambiare subito, o si può ricercare un capo con la consapevolezza del lavoro che ci sta dietro e della relazione profonda con il costume di una società che cambia. La relazione tra moda, comportamenti, usanze è molto stretta, così come la relazione tra moda, architettura e arte che cambiano, evolvono e si influenzano l’un l’altra trasformandosi vicendevolmente. La moda è e rimane un fatto culturale importantissimo e molto interessante. Ciò però non esclude un approccio momentaneamente frivolo, che tutti noi a volte abbiamo.

Cosa rappresenta la moda per il Ticino, e cosa il Ticino per la moda?
La moda è uno dei motori di crescita del Ticino e offre oltre seimila posti di lavoro, se si considera l’intero settore (o, tecnicamente, meta-settore). La crescita però, come in molti altri settori attualmente, è a macchia di leopardo: ci sono piccole e medie aziende che fanno molta fatica, e grandi e piccoli marchi in crescita continua. Il settore in Ticino è molto diversificato, sia come dimensione delle aziende, sia come tipo di lavoro: dalla produzione al design, dalla logistica alla gestione dei marchi.

Nel nostro cantone hanno sede grossi marchi della moda, come Hugo Boss, Gucci, VF International, Philipp Plein. Perché hanno scelto il Ticino?
L’hanno scelto sicuramente per motivi di buona logistica, buoni servizi, buona apertura del mercato del lavoro e ottimo accesso a capitale umano di grande qualità, che non è tutto radicato qui, ma stiamo cercando di formare e perfezionare come regione. Fondamentale è stata la vicinanza con Milano, che è una capitale della moda, coniugata con il sistema svizzero, che garantisce sicurezza giuridica e buone condizioni quadro in generale. Poi si crea un circolo virtuoso: più aziende di un settore si insediano e sono attive nella nostra regione, e più il nostro territorio diventa interessante per imprese e attività di quel settore. Qui sono cresciute le capacità imprenditoriali, ma anche quelle territoriali, vale a dire la capacità del sistema paese di creare buone condizioni quadro e di continuare a migliorarle. Purtroppo da qualche tempo il clima politico è meno favorevole all’impresa: nei confronti dell’attività economica prevalgono sentimenti di diffidenza o addirittura negativi. Ma questo settore è potuto nascere e crescere in Ticino perché vi era la consapevolezza che le aziende portano benessere. È importante ora continuare a lavorare: migliorare la formazione, migliorare la fiscalità, i collegamenti, la sicurezza e la certezza del diritto. Questo è un aspetto fondamentale per la Svizzera: se un’azienda viene da noi, sa quali sono le regole da rispettare e può presumere che rimarranno invariate anche per anni. Un fattore di peso – anche e soprattutto perché il mondo sta andando nella direzione opposta – che non possiamo indebolire. Analogo discorso vale per i trasporti, che devono essere bene organizzati, efficienti e affidabili; e naturalmente contano molto la sicurezza e la qualità di vita, da noi migliori rispetto a quelle offerte da molti altri Paesi. Siamo stati e siamo ancora un territorio che offre buone condizioni, e dobbiamo continuare a migliorarle per radicare maggiormente qui queste belle realtà aziendali, anche grazie a forza lavoro ben qualificata.

La STA forma professionisti nel campo della moda. Perché un giovane dovrebbe percorrere questa via formativa?
Se vogliamo considerare l’aspetto meramente utilitaristico, perché è un settore che offre molte possibilità di lavoro. Ma anche perché è un mondo che lascia spazio e che anzi valorizza la creatività e la libertà. Certo, richiede molta fatica, perché è un ambito molto competitivo, ma è anche in grado di offrire grandi opportunità e può dare molte soddisfazioni.

Un capo che non indosserebbe mai
Tantissimi! In città? Sicuramente i leggins (ride, ndr.). Quanto ai colori invece, trovo che si possano indossare tutti, e Yves Saint Laurent ce lo ha insegnato in modo meraviglioso.

Un capo che non può mancare nel guardaroba di ogni donna
Un completo nero o uno smoking. In qualunque occasione, quando proprio non sai cosa mettere, giacca e pantalone nero sono sempre perfetti.

Un’icona della moda
Yves Saint Laurent. Ha permesso alle donne di indossare i pantaloni anche nelle occasioni più eleganti e ha abbinato i colori in modo coraggioso e armonioso come nessun altro, dimostrandoci che si può fare tutto.

Cos’è l’eleganza
Una cosa molto diversa dalla moda. Per me è molto difficile da definire. Quel delicato equilibrio tra l’adeguarsi alle mode pur mantenendo il proprio stile, e sentirsi a proprio agio in ogni situazione. Uno stato d’animo profondo, che chiunque può trovare o avere, ma va anche coltivato. E la moda da sola non può offrirlo, anche perché spesso la tendenza persegue altri obiettivi, come la visibilità, la novità, la stravaganza o la sensualità. Tocca poi al gusto di ognuno di noi ricercare la propria eleganza e combinarla con questi elementi. Esiste un’eleganza sensuale come esiste un’eleganza stravagante.

Va detto che oggi c’è una ampia libertà di scelta, di giudizio e anche di prezzo. I marchi low cost offrono capi bellissimi, quindi ognuno può ricercare con molta libertà il proprio stile.

La moda low cost quindi ha un grande potenziale…
Certo. Ha soprattutto un potenziale sociale enorme. Fino alla fine dell’800, l’abito distingueva classe sociale e potere economico. Questo oggi non esiste più, ed è una conquista gigantesca. Già negli Anni 20, Ortega y Gasset (filosofo e saggista spagnolo, ndr), parlando di un grande magazzino spagnolo, diceva che avesse fatto di più per la democrazia di un mucchio di politici…

Un sogno nel cassetto
Tanti, e di solito cerco di tirarli fuori dai cassetti! Per il settore ticinese della moda, abbiamo progetti di formazione importanti; poi vorrei vedere un Ticino più agguerrito, più sicuro delle sue capacità, meno timoroso. Percepisco e capisco le paure delle persone, perché il mondo è cambiato radicalmente, e tante cose di cui eravamo sicuri non ci sono più, eppure sono veramente convinta che il Ticino abbia le carte per poter giocare con più sicurezza in sé stesso. A livello professionale invece, sto lavorando con l’azienda che presiedo a una proposta importante per riqualificare un comparto di Stabio, dalla stazione al Punto franco, rendendolo un quartiere misto di qualità che possa diventare polo di sviluppo per la regione. A livello personale, vorrei vedere mio figlio avviato sulla sua strada e felice di quello che fa. Infine, prima o poi ridurrò il mio impegno lavorativo per godermi la casa e mio marito, ma questo è un sogno ancora nel cassetto…

 

Scheda biografica
Nome e Cognome: Marina Masoni
Nata a: Lugano il 25 luglio 1958
Un piatto: La pasta al sugo, che deve essere fatta bene, cosa non evidente. Poi il salmì, con una polenta fatta a regola d’arte.
Un libro: La Recherche (ndr: À la recherche du temps perdu, di Marcel Proust): il mio libro preferito in assoluto, quello che prendo in mano con più piacere, e che ripongo sul comodino con più difficoltà.
Un film: Inception, di Christopher Nolan. Un grandissimo film. Il mio preferito è sempre stato Via col vento, ma Inception è riuscito a superarlo.
Un motto: Chi bene incomincia è a metà dell’opera.

Pubblicato il: 14/02/2018