Siamo confrontati con un nuovo tentativo di cambiare in senso socialista il sistema dell’assicurazione contro le malattie. Il 28 settembre si vota sull’iniziativa popolare per l’istituzione di una cassa malati pubblica unica in tutto il territorio della Confederazione e la conseguente abolizione delle casse malati private nell’ambito dell’assicurazione obbligatoria. Non è il primo tentativo di forzare un cambiamento del genere. Nella votazione popolare dell’11 marzo 2007 il popolo e i Cantoni avevano sommerso con una valanga di no (il 71,2% dei voti) l’iniziativa che chiedeva l’istituzione di una cassa malati unica e sociale da parte della Confederazione, con premi in base al reddito e alla sostanza (capacità economica degli assicurati). Oggi la partita è molto più difficile. L’evoluzione dei premi, in costante aumento, l’asserita mancanza di trasparenza degli assicuratori, l’insoddisfacente situazione delle riserve delle casse malati, la spaccatura nell’ex cartello degli assicuratori, danno maggior chance all’iniziativa della sinistra. E non c’è più lo spauracchio della trasformazione dei premi in una vera e propria imposta. Il pericolo è quindi reale. La Svizzera rischia di abbandonare un sistema che tutto sommato garantisce cure sanitarie di qualità a tutta la popolazione e di seguire strade che in altri Paesi hanno portato alla medicina a doppia velocità, con una qualità inferiore alla nostra. Il rischio di un voto favorevole è più alto nei Cantoni in cui la questione delle riserve accumulate in eccesso dagli assicuratori ha creato forte malcontento. Il Ticino è tra i Cantoni più penalizzati. Negli ultimi anni ha saputo limitare molto l’evoluzione delle spese per le prestazioni coperte dalla LAMal, mentre agli assicurati sono stati fatti pagare premi ben superiori a quanto necessario per coprire queste spese. In base alle verifiche effettuate dall’Ordine dei medici, l’eccesso di riserve accumulate rispetto al minimo legale ha raggiunto in Ticino i 400 milioni di franchi: questa somma rappresenta quasi il 40% del totale dei premi pagati (un miliardo e 100 milioni di franchi). Il Consiglio federale ma soprattutto le Camere hanno una grande responsabilità nella mancata soluzione di questo problema. L’eventuale passaggio al sistema della cassa malati unica federale non risolverebbe nulla: ma il malcontento verso le casse malati è talmente forte che il 28 settembre ci sarà sicuramente anche un voto di pura reazione contro gli attuali assicuratori. Il risultato in Ticino potrebbe essere determinante per le sorti dell’iniziativa? Impossibile dirlo. Ma non possiamo escluderlo. Quelli compiuti negli ultimi anni sono errori da evitare.

Marina Masoni / settembre 2014

Articolo apparso sulla NZZ am Sonntag il 7 settembre 2014 con il titolo “Unmut über Krankenkassen”

Pubblicato il: 12/09/2014