Nel panorama abbastanza difficile dei maggiori Comuni ticinesi, Locarno può vantare oggi una situazione di serenità. Solo le diatribe interne (partitiche e personali) turbano questa serenità: è un vero peccato, perché il lavoro svolto negli ultimi quadrienni, anche sotto l’impulso del sindaco Carla Speziali, è notevole. Sarà anche un retaggio storico del Ticino, fin dai tempi della controriforma (Locarno ne sa qualcosa), ma se si vuole quel vero salto di qualità di cui il nostro Paese ha bisogno, prima o poi bisognerà archiviare definitivamente certi metodi. La Città ha dimostrato in questi anni che si può fare politica, cioè realizzare progetti forti per la comunità, e riportare nel contempo i conti pubblici sui binari della sostenibilità. Questo abbinamento è una bussola insostituibile: progettare in grande senza avere le risorse per realizzare è come programmare un lungo viaggio in automobile con il serbatoio della benzina vuoto. Locarno è uno dei pochi Comuni ad avere il moltiplicatore politico fedele a quello aritmetico: la verità dei conti è la base di qualsiasi politica fondata sulla credibilità. La mancata aggregazione non va drammatizzata. La Città ha un motore e due grandi progetti per il futuro. Il motore è lo sviluppo della zona industriale, che ha bisogno di spazi; i progetti sono le infrastrutture per il Festival del film (realizzazione del Palacinema, indispensabile, e acquisizione del Fevi) e l’allacciamento all’autostrada. Una visione chiara per la Città del turismo e della cultura.

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Marina Masoni / 03.04.2014

Riflessione apparsa sul Corriere del Ticino il 7 aprile 2014 nel servizio “Viaggio nelle Città” dedicato a Locarno

Pubblicato il: 03/04/2014