C’era una volta il Magnifico Borgo. Potremmo raccontare in forma di favola i cambiamenti che Mendrisio ha vissuto negli ultimi anni. Una favola bella o brutta? Per i nostalgici del bel tempo che fu e del piccolo è bello, la favola sarà brutta. Per chi guarda con positività e fiducia al futuro, nonostante i problemi posti da una realtà in movimento, rapido e non sempre decifrabile, la favola è comunque bella. Per i primi si esaurisce nell’incipit, per i secondi continua: c’era una volta il Magnifico Borgo e ora c’è un bozzolo di città che vuole crescere e volare. Anche Mendrisio, come Lugano, ha fatto passi da gigante sulla strada delle aggregazioni. Troppo lunghi? Qualche dubbio è lecito. Forse questo progetto istituzionale, con implicazioni sociali ed economiche, andava affrontato cercando un dialogo più franco e aperto con l’altro Comune di riferimento del Distretto, Chiasso. E naturalmente per questo ci voleva una maggiore disponibilità anche da sud. Ma le ragioni e gli umori dei campanilismi sono a volte imperscrutabili; quelle dei campanilismi momò lo sono ancora di più. Anche per Mendrisio, la legislatura anomala di tre anni è un passaggio delicato. Politicamente è cambiato qualcosa, con un PPD non più forte e dominante come prima. Gli altri partiti sono pronti a assumere un ruolo più da protagonisti e meno da comprimari? Se la risposta sarà positiva, la favola sarà bella e il Magnifico Borgo potrà sfogliare con serenità e senza nostalgia l’album delle sue vecchie fotografie.

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Marina Masoni / 03.04.2014

Riflessione apparsa sul Corriere del Ticino il 17 aprile 2014 nel servizio “Viaggio nelle Città” dedicato a Mendrisio

Pubblicato il: 03/04/2014