Un sondaggio d’opinione di fine luglio realizzato per due domenicali nazionali (Le Matin Dimanche e SonntagsBlick) ha rilevato che per la maggioranza degli svizzeri la globalizzazione è positiva; inoltre, quasi i due terzi degli interpellati hanno dichiarato di essere in grado di seguire il ritmo dei cambiamenti portati dalla globalizzazione. Il 66% pensa che nell’economia mondiale la concorrenza sia presente in misura adeguata; il 28% vorrebbe anzi che ve ne fosse di più. Lo stesso sondaggio, con un’altra domanda, ha evidenziato che secondo il 74% dei cittadini le differenze sociali sono aumentate in Svizzera nel corso degli ultimi anni. Infine, per il 55% degli intervistati la libera circolazione delle persone, introdotta con gli accordi bilaterali tra l’Unione Europea e la Svizzera, non ha causato pressioni sui salari. Se il sondaggio è stato fatto bene – e non v’è motivo di dubitarne – questa fotografia delle opinioni e degli umori del nostro Paese smentisce diversi luoghi comuni sui cambiamenti economici con i quali anche noi svizzeri siamo stati messi a confronto già a partire dagli anni Ottanta e poi, con intensità crescente, dagli anni Novanta. È una fotografia “politicamente scorretta”: mostra una Svizzera molto aperta alla competizione, non insofferente verso le diversità sociali, non timorosa dei cambiamenti. Un quadro diverso da quello spesso presentato dai mass media. È forse la Svizzera della maggioranza silenziosa, la Svizzera che produce e lavora, attaccata ai principi fondamentali che hanno permesso al nostro Paese di conseguire progressi straordinari: libertà, iniziativa, concorrenza quali basi fondamentali del benessere e della solidità sociale, che non vuol dire uguaglianza sociale. Seguendo questa via, la Svizzera ha superato la grave crisi degli anni Novanta e ora conosce una nuova fase economicamente positiva. Le riforme di libertà, a volte contestate, soprattutto inizialmente, a conti fatti dimostrano di essere efficaci: e i cittadini lo confermano dopo che hanno potuto verificarne con l’esperienza di più anni la validità complessiva, al di là dei problemi puntuali che qualsiasi cambiamento porta con sé.
Marina Masoni
Agosto 2007
Pubblicato il: 19/08/2007